Maurice Leblanc: il padre di Arsenio Lupin |
Arsenio Lupin : un po' Robin Hood della Belle Époque, un po' Don Giovanni, un mago del furto, ma sempre impeccabile nell'eleganza dei suoi modi. É un eroe che ci è stato riproposto in molti modi: in tv, nei fumetti, ma a dargli la luce è stata la penna di Maurice Leblanc. Nel centenario della prima pubblicazione i francesi riscoprono il loro eroe, nato per contrastare la fama di Sherlock Holmes e degli inglesi, dove trovò fascino e fama......
Di origine normanna, nato a Rouen, Maurice Leblanc ha coltivato sin da giovane la passione per scrittori come Flaubert o Maupassant. Il trasferimento a Parigi, all'età di 21 anni, è stato per lui decisivo, ma è nel 1905 che la sua più preziosa creatura prende vita: Arsenio Lupin, che farà di lui uno scrittore di fama riconosciuta e gli porterà un successo che lo seguirà per tutta la vita.
É lo stesso Leblanc a dire di Lupin 'Il me suit partout. Il n'est pas mon ombre, je suis son ombre. C'est lui qui s'assied à cette table quand j'écris. Je lui obéis', quasi come se la sua creatura lo volesse superare.
Vasta la bibliografia di Leblanc, con opere spesso apparse su riviste dell'epoca come 'Je sais Tout' ou 'Gil Blas'. Ma indubbiamente è il personaggio di Lupin a giocare il ruolo più importante, 'une âme intrépide dans un corps inattaquable', come lo definisce lo stesso Leblanc.
Le vicende di Lupin si svolgono a Etretat, in Normandia, il luogo dove lo stesso Leblanc si era stabilito, al pari di altri artisti come Flaubert, Maupassant, Monet, Corot: un luogo pieno di mistero e di fascino, come solo la Normandia sa offrire.
Per qualche suggerimento di turismo letterario è consigliato un sito e un libro: 'Promenades en Normandie avec Maurice Leblanc et Arsène Lupin', Gérard Pouchain, Éditions Charles Corlet, 1991, 254 pagine, che permetteranno di rivivere i luoghi di Lupin e dello stesso Leblanc. |
Chi era in realtà il creatore di Sherlock Holmes?
rapporto tra gli sherlockiani e Sir Arthur Conan Doyle è dannatamente ambivalente.
Da un lato, per la stessa natura del Grande gioco si tende a svalutare la figura di ACD, come lo chiamano affettuosamente gli holmesiani, dall'altra essi si rendono conto che senza quel grand'uomo tutto questo mondo non esisterebbe.
Uno di loro perciò, scuotendo la testa, commentava così il fatto che ACD sia stato nominato Sir (tra l'altro, non per Holmes ma per il reportage sulla guerra boera): 'Baronetto? È ridicolo. Santo! Avrebbero dovuto farlo Santo!'.
Secondo questa curiosa, ma diffusa, versione Arthur Conan Doyle esistette davvero, e creò i personaggi immaginari di Sherlock Holmes e John Watson...
Nato nel 1859 avrebbe studiato medicina all'università di Edimburgo: si sarebbe ispirato al suo insegnante di medicina legale, il Prof. Bell, per ideare poi Holmes, scrivendo nella vana attesa di clienti nel suo studio.
Dopo l'iniziale insuccesso, con l'esplosione in tutto il mondo della notorietà di Holmes, iniziò ad odiare il suo personaggio, ritenendo di essere un grande scrittore limitato dalla sua stessa creatura. Dopo una lettera alla madre in cui scriveva 'Ucciderò Sherlock Holmes' fece un lungo viaggio in Svizzera per decidere il giusto scenario. A questo punto avrebbe scritto 'Il problema finale', pubblicato nel 1893, in cui Holmes scompare nelle cascate del Reichenbach, avvinghiato al suo mortale nemico, Moriarty. Ma in seguito alle pressioni dell'editore e sopratutto alle proteste vigorose del pubblico si sarebbe deciso a farlo ricomparire (La casa vuota): Holmes non era morto, ma si era nascosto. Da allora Doyle avrebbe continuato a scrivere di Holmes, odiandolo cordialmente, alternando libri di altro genere.
Personaggio eclettico e stravagante, sarebbe stato lui il giudice che sostenne Dorando Petri alle olimpiadi di Londra e forse l'autore della beffa di Piltdown.
Divenuto baronetto per i suoi reportage della guerra boera, passò gli ultimi anni interessandosi di spiritismo, su cui scrisse ulteriori romanzi.
La morte sarebbe avvenuta nel 1930 nella sua casa di Crowborough.
The Strand Magazine era la rivista su cui venivano pubblicate le avventure del Maestro.
Celebrazioni...permettendo....!?
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